Decorazione pittorica Duomo di Aversa, Resoconto Conferenza

11 marzo 2016, Hotel del Sole – Aversa
Conferenza della prof.ssa Anna Grimaldi della Seconda Università degli Studi di Napoli.
Titolo: “La decorazione pittorica del Duomo di Aversa (XVII-XIX sec.)”.

Nell’ambito delle iniziative sociali e culturali in corso, la FIDAPA sezione di Aversa ha voluto richiamare l’attenzione della cittadinanza sulla storia della città di Aversa, attraverso la conoscenza della Cattedrale di San Paolo, tra i monumenti più rappresentativi e significativi della città e della Diocesi aversana.

fedapa-2La presidente della FIDAPA aversana, prof.ssa Silvana Gatto, lo scorso 11 marzo ha ospitato la prof.ssa Anna Grimaldi, autrice di un prezioso volume dal titolo La decorazione del Duomo di Aversa in Età moderna. Storia della committenza tra aristocrazia e clero, pubblicato nel 2011 da Luciano Editore nella collana scientifica MO.DO., diretta dalla prof.ssa Rosanna Cioffi, prorettore della Seconda Università di Napoli.
Anna Grimaldi, professore a contratto di Storia dell’Arte Moderna presso la Seconda Università degli Studi di Napoli, ha intrattenuto il folto uditorio, convenuto nella sala convegni dell’Hotel del Sole di Aversa con una ampia dissertazione sulla storia del monumento e sull’analisi stilistica e formale dei cicli di affreschi secenteschi, settecenteschi e ottocenteschi, presenti nelle cappelle laterali e nell’area presbiteriale del duomo.
Il duomo di Aversa è noto per le sue origini medioevali e soprattutto per la presenza del deambulatorio a cappelle radiali che, insieme ai deambulatori delle cattedrali di Acerenza e Venosa, rappresenta un unicum nell’Italia meridionale. Pochi conoscono, invece, la storia ricostruttiva e decorativa di questo monumento, avvenuta nei secoli successivi, e precisamente in Età moderna, dal XVII al XIX secolo. Anna Grimaldi, da storica dell’arte esperta della pittura del Sei e Settecento napoletano, ha illustrato, con un taglio scientifico e con dovizia di particolari, la storia delle numerose stratificazioni pittoriche degli affreschi presenti nelle cappelle della cattedrale, soffermandosi così sul periodo del completo rifacimento barocco del duomo. L’aspetto che ha particolarmente interessato il pubblico è stato il riferimento costante alla storia della diocesi aversana e in particolare alla ricostruzione dei diversi momenti in cui la cattedra episcopale era occupata da vescovi-committenti di grande prestigio sociale e culturale. L’attenzione è stata posta in particolare sull’opera dei Vescovi della famiglia Carafa della Spina, che per tutto il XVII secolo occuparono la cattedra episcopale aversana con diversi membri del stesso casato nobiliare, oltre che sulle committenze dell’aristocrazia locale che godette a lungo dei diritti di juspatronato sulle cappelle minori.
fedapa-1Il Settecento è stato poi momento storico di maggiore importanza per il Duomo di Aversa, in quanto il cardinale Innico Caracciolo, vescovo della città volle la ristrutturazione integrale del monumento; così, alla guida della diocesi aversana, si susseguirono esponenti di nobili famiglie napoletane, che lasciarono il segno del loro potere operando, con l’ausilio di artisti e maestranze specializzate, in un territorio tutt’altro che secondario della Campania Felix. Come ha sottolineato la studiosa, «le opere della cattedrale danno conto, attraverso il linguaggio dell’arte, dell’importanza della diocesi aversana, non solo in epoca medioevale ma anche in epoca moderna, in particolare nel corso Seicento e Settecento; una diocesi che perse smalto nel corso dell’Ottocento per le vicende politiche legate alla nascita dell’Unità nazionale, ma che comunque ha rappresentato un riferimento spirituale, storico e artistico di grande rilevanza nell’Italia meridionale».
Molto belle le immagini delle tele settecentesche di Paolo De Matties, di Aniello Rossi, di Nicola Malinconico, conservate nelle cappelle laterali, tutti artisti di formazione giordanesca e solimenesca che lavorarono nel Duomo della città di origini normanne, grazie alla prestigiosa committenza ecclesiastica. La docente, nella sua lunga relazione, ha interpretato le opere d’arte in base alle forme e allo stile del loro linguaggio specifico, senza trascurare lo stato di conservazione delle stesse.

FIDAPA