La chiesa sorse precedentemente all’anno Mille come edificio di culto di un piccolo villaggio sviluppatosi intorno al podere di proprietà della gens Crispia. Il luogo è infatti menzionato per la prima volta in un documento del 936, e verosimilmente sin da allora il villaggio ebbe una chiesa dedicata a San Gregorio Magno.
La facciata, a due ordini raccordati per mezzo di volute, termina con un timpano. La superficie è scandita da lesene trabeate poggianti su un alto basamento. Il portale della chiesa è incorniciato da una struttura aggettante costituita da colonne con capitelli ionici poggianti su un basamento e reggenti una trabeazione.
Staccato dalla chiesa si erge il tozzo campanile cinquecentesco a due ordini terminante con un cupolino a cipolla, alla cui base era visibile, fino a poco tempo fa, una riproduzione della grotta di Lourdes, eliminata negli ultimi restauri del XX secolo. L’interno, a croce latina, è a tre navate terminanti con altrettante absidi. Sulla navata destra si aprono tre cappelle e la sagrestia. La navata sinistra accoglie invece quattro altari a parete. Nella navata principale, lesene sormontate da capitelli a festoni, si addossano ai pilastri, su cui s’impostano gli archi delle cappelle, sorreggendo la sottile trabeazione oltre la quale sono collocate le finestre. La navata centrale presenta una copertura piana che nasconde una copertura a falde visibile all’esterno. Il presbiterio e le navate laterali sono coperti da cupole ribassate. Il presbiterio è occupato dall’altare maggiore, rielaborazione in chiave post-conciliare del vecchio altare della fine del Settecento, i cui elementi superstiti, pur in presenza di motivi ornamentali di chiara ascendenza sei-settecentesca, denotano nei colori del marmo, nella schematizzazione dei motivi, non meno che nell’intaglio, un gusto già decisamente classicheggiante, alla maniera dello scultore napoletano Angelo Viva. Il manufatto prospettava, prima della riforma conciliare e di un furto che lo ha privato anche del paliotto e di parte degli elementi figurati, sul vano absidale, che era cinto da una lunga balaustra, ad andamento curvilineo sui lati e dritto nella fronte, i cui plutei erano decorati con volute e fiori in commesso all’interno di ovali.