Veramente bella ed edificante l’esperienza del corso di esercizi spirituali vissuta insieme da un gruppo di 25 sacerdoti del clero dell’arcidiocesi di Napoli e della diocesi di Aversa. Il corso si è tenuto dal 10 al 14 novembre c.a. presso il centro pastorale San Giovanni Paolo II in Mugnano del Cardinale.
L’iniziativa di unire il clero delle due diocesi, concordata da don Lello Ponticelli e don Vincenzo Marfisa, responsabili della formazione del clero nelle rispettive diocesi e condivisa dal Card. Domenico Battaglia e dal vescovo Angelo Spinillo, può essere un primo segno tangibile del cammino sinodale proposto, in questi ultimi anni, dal Sinodo di tutte le Chiese che sono in Italia. Ad accompagnare il cammino nello spirito è stato il Sac. Marco Vitale di Roma, impegnato nella formazione permanente del clero e in particolare in quella dei percorsi di integrazione psico-spirituale.
Il tema: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore…? (Lc 24,32) «il prete: testimone gioioso dell’amore di Dio che guarisce, accompagna e redime» (Papa Leone XIV). La cordiale accoglienza dei responsabili della casa, a cui va il ringraziamento, ha dato il benvenuto ai partecipanti, i quali subito si sono disposti alla reciproca conoscenza.
La condivisione del primo pranzo in un clima di dialogo, confronto e scambio di esperienze pastorali ha dato, a tutti, la possibilità di intessere relazioni amicali e fraterne che, certamente, potranno continuare ed arricchirsi nel tempo. Il clima di silenzio orante, che ha caratterizzato tutto il periodo, ha permesso, agli esercitanti, di immergersi in un profondo dialogo con Cristo fatto di ascolto e meditazione della Parola di Dio e di contemplazione del mistero eucaristico. A partire dalle domande: “Arde il mio cuore? Per chi arde? In che modo arde?” il p. Marco ha guidato il gruppo di sacerdoti in un percorso spirituale invitandolo, inizialmente, a prendere coscienza dell’appartenenza di ognuno all’amore di Dio: “…tu mi appartieni…” (Is 43, 1-7).
Ha poi dimostrato come questo amore di Dio arriva anche a chi ciascuno ama: “Signore, il mio servo… soffre terribilmente” (Mt 8,5-13); e come accogliere l’amore di Dio e la sua chiamata significhi vivere un amore generativo, cioè essere terreno fertile: “…perché stessero con Lui e per mandarli a predicare…” (Mc 3, 13-19). Sant’Ignazio afferma che gli esercizi servono per mettere ordine. Attraverso l’esperienza di Naaman, l’accompagnatore ha sollecitato il gruppo ad una verifica attenta del proprio stile di vita e a mettere ordine riformulando scelte, tempi, spazi e atteggiamenti: “Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero… Egli allora scese e si immerse nel Giordano” (2Re 5, 1-19).
Ha, poi, continuato la sua riflessione, invitando i confratelli a non arrendersi di fronte ai propri fallimenti perché proprio lì, quando immersi nel mare della vita ad un certo punto non si tocca più il fondo, nasce il bisogno di affidarsi a Cristo e di rilanciare la vita: “sulla tua parola getterò le reti” (Mt 5, 1-11).
Infine don Marco ha condotto tutti all’incontro con il Risorto, invitando i sacerdoti a meditare tutto il cap. 20 di Giovanni in chiave personale per arrivare al “primo giorno della settimana”, il ritorno nella vita ordinaria, portando i frutti raccolti nel tempo favorevole degli esercizi spirituali. Con la speranza che questa esperienza possa ripetersi e incrementarsi, si ringraziano i vescovi di Napoli e Aversa, il carissimo P. Marco Vitale e si augura che il cammino sinodale continui a portare frutti buoni ed efficaci.
Don Vincenzo Marfisa
Vicario Episcopale per il Clero






