L’evento, in programma nella chiesa di Sant’Antonio al Seggio, chiude la tradizione aversana dei Sette Venerdì in onore della Madonna Addolorata

30 marzo: la Confraternita di San Rocco propone lo Stabat Mater di Pergolesi

A conclusione della bella tradizione aversana dei Sette Venerdì in onore della Madonna Addolorata, la Confraternita di San Rocco – animata dal rettore Mons. Gerardo San Giovanni – riprende e propone l’esecuzione del magnifico Stabat Mater di Pergolesi. L’appuntamento è fissato per giovedì prossimo, 30 marzo 2023, a partire dalle ore 19,00 nella suggestiva cornice della chiesa gotica di Sant’Antonio al Seggio ad Aversa. L’ensemble musicale che si esibirà giovedì sera è formato da un quintetto d’archi – Gianfranco Di Lella e Nella Bonarrivo ai violini, Annamaria Puggioni alla viola, Vladimir Kocaqi al violoncello e Roberto Leone al contrabbasso – da Maria Teresa Roncone all’organo (che interpreterà il magnifico corale per organo “Nun Komm, der Heiden Heiland” BWV 659 del sommo Johann Sebastian Bach), dal soprano Annarita Terrazzano e dal contralto Angela Dragone.

Considerato uno dei gioielli della musica sacra barocca, lo Stabat Mater viene tradizionalmente eseguito nel periodo prepasquale e fu composto da Giovan Battista Pergolesi qualche mese prima della sua morte, avvenuta il 16 marzo 1736 per tubercolosi. Il compositore di Jesi, appena ventiseienne, scrisse velocemente questo capolavoro su commissione dei nobili cavalieri della confraternita napoletana della Madonna dei Sette Dolori, la cui sede si trovava nel monastero di San Luigi di Palazzo dei padri Minimi. Esso era destinato a essere utilizzato durante le funzioni della Settimana Santa, in sostituzione della precedente versione opera di Alessandro Scarlatti, commissionata dalla medesima confraternita vent’anni prima.

Completata secondo la tradizione il giorno stesso del decesso di Pergolesi, la composizione reca i segni della sua sofferenza, dovuta alla tisi, e della sua meditazione sulla fragilità della vita umana di fronte al mistero della morte.

Considerato l’ “elegiaco canto del cigno di Pergolesi”. lo Stabat Mater è articolato in dodici brani che descrivono in modo simbolico le stazioni della Via Crucis. Con la presenza delle sole voci del soprano e del contralto che si alternano nei duetti e nelle arie solistiche, la rappresentazione sacrale si stempera in una rappresentazione quasi teatrale che ne alleggerisce il tenore e mostra i sentimenti dell’uomo e non solo la dimensione divina.

Con i suoi commoventi effetti di intensa espressione sentimentale esso segna il trionfale ingresso dello stile melodrammatico e della monodia accompagnata, in luogo dello stile polifonico, anche nel campo della musica sacra del Settecento. Perché la sua fortuna venisse meno bisognò attendere il 7 febbraio del 1842, data dell’esecuzione parigina dello Stabat Mater di Gioacchino Rossini.

(Mons. Ernesto Rascato)