SALVAGUARDIA DEL CREATO ED EMERGENZA AMBIENTALE: IL CONFRONTO TRA DIOCESI E ASSOCIAZIONI

Salvaguardia del creato: a che punto siamo? Un punto di domanda quanto mai attuale e pertinente specialmente se applicato al nostro territorio, stretto nella morsa dell’emergenza ambientale provocata dai roghi e dallo sversamento illegale dei rifiuti tossici.

A questa stringente, drammatico quesito ha cercato di rispondere mercoledì scorso, 19 giugno, la tavola rotonda convocata dall’Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo e composta dalle realtà impegnate sul territorio nel contrasto al disastro ambientale e a difesa dei diritti delle popolazioni residenti.

Organizzato dalla Rete civica dell’Agro aversano e dall’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo, l’incontro si è tenuto nella sala Guitmondo del Seminario di Aversa ed ha visto gli interventi del Vescovo di Aversa, Mons. Angelo Spinillo, del vice prefetto Donato Cafagna, commissario anti roghi tossici in Campania, e di don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano.

Presenti anche alcune organizzazioni territoriali come il Comitato don Peppe Diana, la NCO, Agenda 21 per Carditello e i Regi Lagni, Aversa Turismo; organizzazioni nazionali come Libera, WWF, Legambiente; realtà locali distribuite su un ampio arco territoriale, da Aversa a Castel Volturno, passando per Cesa, Lusciano, Trentola Ducenta, Gricignano, San Cipriano, Casal di Principe, Frignano, Orta di Atella, Succivo, San Marcellino, Sant’Arpino, Villa Literno. Anche l’Azione cattolica e il Movimento scout, presenti con i loro dirigenti diocesani, hanno dichiarato il proprio impegno a promuovere attenzione e partecipazione attiva al tema della difesa e dell’amore per una terra violentata, che può rigenerarsi.

Ad introdurre i lavori è stato Stefano Di Foggia, volontario attivamente impegnato nelle attività diocesane legate alla salvaguardia del creato, iniziativa voluta dalla Conferenza Episcopale Italiana in sintonia con le altre comunità ecclesiali europee che consiste in una giornata annuale dedicata a riaffermare l’importanza, anche per la fede, del’ambientalismo con tutte le sue implicazioni etiche e sociali: “L’evento rappresenta un momento di grande novità e importanza per il territorio: la Chiesa vede i frutti concreti di un nuovo indirizzo pastorale, che l’ha posta in prima linea a difesa attiva del primario diritto alla vita in un territorio allarmato e sofferente.” Di Foggia ha evidenziato il crescente impegno della Chiesa, una svolta che può portare a compimento il sogno di don Peppe Diana di costruire una “Chiesa operativa, fatta di persone pronte a sporcarsi le mani e a scendere in campo al fianco della cittadinanza.”

Don Peppino Esposito, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, ha proposto le linee ispiratrici del percorso per la “salvaguardia del creato”, che si aprirà il prossimo 1° settembre. La “Rete civica” ha valutato il proprio percorso dal 27 febbraio 2013, quando si era concordata la direzione da seguire e si erano fissati i criteri per la verifica. “Negli ultimi anni – ha affermato don Peppino – abbiamo promosso un percorso a tappe tra Casal di Principe, Caivano e Giugliano, tra i luoghi più martoriati dalla piaga dell’inquinamento. Vogliamo amplificare ancora di più quest’attenzione diffusa e partecipata verso quel primario compito che spetta a ognuno di noi, ovvero la custodia del creato in una terra soggiogata dalla piaga della camorra. Questo si traduce nel costante impegno di continuare a denunciare le nefandezze di cui si macchia la criminalità nel nostro territorio e, contestualmente, di avanzare proposte fattive per uscire da questo guardo”. Denuncia e proposta, dunque, anche perché “i dati sono indiscutibilmente allarmanti, ma non possono affossare la nostra speranza e il nostro coraggio. Da canto suo, la Chiesa deve continuare ad aprirsi e a scendere al fianco dei cittadini.”

Don Maurizio Patriciello ha levato la sua voce proseguendo nella denuncia delle negligenze, delle collusioni, dei patti criminali che hanno sfigurato la nostra bellissima terra: “È impensabile che nella nostra regione non sia ancora stato istituito un registro tumori, una lacuna grave che impedisce la raccolta di dati certi e l’elaborazione di interventi mirati. Intanto, i roghi dei rifiuti tossici in prossimità dei campi agricoli coltivati continuano senza sosta e alcuni, evidentemente in mala fede e collusi, si limitano a sminuire la gravità della cosa parlando di allarmismo eccessivo. Io dico che per affrontare un problema di portata epocale c’è bisogno di una risposta epocale: noi che viviamo qui dobbiamo raccogliere le storie dei tanti ragazzi morti nel nostro territorio perché vittime del disastro ambientale. Non dobbiamo stancarci di fare la nostra parte – ha concluso don Maurizio – rivolgendoci alle autorità per far emergere lo scempio che si consuma nei nostri territori avvelenati. Uscire da questa situazione dipende anche da nostro impegno e dalla nostra tenacia, altrimenti i nostri figli non ce lo perdoneranno mai.”

Il vice prefetto Cafagna, indicato lo scorso gennaio dal ministro dell’Interno come commissario ai roghi tossici in Campania, ha poi dato conto dell’attività di stimolo e coordinamento svolta finora, ammettendo come sia ancora in corso la fase della semina, pertanto è ancora presto per poterne valutare i risultati. “Stiamo lavorando in simbiosi con le prefetture per coordinare una serie di azioni intrecciate, dalla vigilanza sul territorio alla pianificazione di interventi non solo di rimozione dei rifiuti e di bonifica dei siti, ma anche di controllo e monitoraggio successivo”.

Calorosamente accolto l’intervento di Peppe Pagano della NCO, parte attiva della Rete, che ha rivendicato l’esigenza di un’idea forte e condivisa per potersi rigenerare, parlando di un Agro aversano e di una regione Campania, che possono produrre eccellenze da presentare sul mercato globale, nel rispetto di quelli che saranno i parametri fissati per il marchio di tutela sanitaria, appena approvato dalla Regione Campania. La stessa Coldiretti ha reso nota la propria “convinta disponibilità ad essere parte attiva di un patto territoriale per il rilancio economico e particolarmente agricolo della provincia di Caserta”.

A Mons. Spinillo è poi toccato il compito di chiudere i lavori e lo ha fatto richiamando alcune parole risuonate nella sala con la domanda “Sentinella, a che punto è la notte?”. Come una notte, infatti, è la condizione di vita che si è determinata per le popolazioni di questo territorio, come sentinelle sono le presenze positive che lo vivono, vigilano su di esso e invocano la luce. “Non saprei dire a che punto è la nostra notte – ha detto il vescovo – ma so che non lasceremo solo chi è impegnato per difendere le ragioni della vita e della dignità della persona”. Le indicazioni finali: continuare a sensibilizzare, bonificare come anticamente facevano i monaci, non deporre mai la speranza, che è “fede in cammino.”

(Stefano Di Foggia – Riccardo Dell’Aversana)