Si è tenuta l’ annunciata Settimana della Festa dei Popoli II edizione

brochureCome annunciato  in un precedente comunicato, a partire da  Sabato 27 aprile u.s. si è tenuta  la Settimana in titolo. La partenza appunto  presso l’ ISIS Filangieri via Rossini a Frattamaggiore(Na)  con il convegno “Cittadinanza attiva e giustizia”. La Settimana è proseguita in altri tre momenti:  martedì 30 aprile presso la Chiesa dello Spirito Santo  a Sant’ Antimo(Na) con l’ incontro – dibattito: “Lavoro,  diritto per tutti ; venerdì  3 maggio   presso la Biblioteca Pubblica nella Piazza   Berlinguer a Parete(Ce) con un seminario sulla “Sanità per tutti”, per terminare poi domenica 5 maggio, in un lungo pomeriggio dalle ore 16.00 alle 23.00 nella Piazza Municipio di Aversa per l’ incontro: “GIORNATA DEI POPOLI con  Laboratori di Arte, Musica e Gastronomia, con il coinvolgimento delle scuole della Diocesi aversana e le associazioni del territorio. E’ intervenuto agli incontri il Vescovo di Aversa, Mons. Spinillo.

Un bilancio di questa manifestazione dalle dichiarazioni del Vescovo e dei responsabili diocesani dell’ organizzazione intervistati, animati da un fondamentale obbiettivo: coltivare l’attenzione all’umanità

A distanza di soli otto mesi dalla Prima Edizione, la Diocesi di Aversa e alcune associazioni sono riuscite ad organizzare un’intera settimana di eventi e dibattiti, al fine di trattare le varie problematiche inerenti agli immigrati presenti sul nostro territorio. Abbiamo chiesto a Mons. Angelo Spinillo di tracciare un primo bilancio di questa Seconda Edizione particolarmente ricca e coinvolgente.

“Prima di tutto, vorrei ringraziare tutti gli organizzatori e gli uffici della curia che si sono strenuamente impegnati in queste settimane. L’intento di questa II Edizione, così ben articolata, era proprio quello di sviluppare dei contenuti affinché potessero avere una reale ricaduta sulla vita della nostra comunità. Per questo abbiamo scelto di andare in luoghi diversi: una sorta di peregrinatio per poter incontrare e dialogare con il maggior numero di persone possibile, cercando di comunicare la ricchezza della Festa dei Popoli.”

 

Solidarietà e accoglienza, due valori fondanti da mettere in pratica nella vita di tutti i giorni: è questo l’obiettivo più importante che la Diocesi si è prefissata organizzando la Festa dei Popoli?

“Quando si ha il cuore aperto alla vita del’umanità, si è più attenti a tutte le dimensioni e situazioni con cui ci si va ad incontrare. Sensibilizzare la nostra gente, spingerla a mostrare più attenzione e interesse verso temi così rilevanti è forse il risultato più alto che intendiamo raggiungere attraverso manifestazioni come questa. In questo, il contributo delle numerose associazioni che hanno voluto affiancarci è stato prezioso e straordinario, perché la loro attenzione all’umanità è un messaggio che tutti noi dovremmo fare nostro.”

In vista di una Terza Edizione, quale può essere il prossimo step?

“Ne discuteremo con calma nei prossimi giorni, ma credo sarà indispensabile dare un risalto ancora maggiore a questo momento, promuovendo occasioni di incontro e confronto sempre nuovo proprio per fare crescere l’attenzione su queste tematiche e rinnovare una verità assoluta: quella di essere aperti sempre alla realtà della vita, in qualsiasi forma si presenti.”

 

 

Queste le impressioni di Don Nicola Barbato, direttore Ufficio Migrantes diocesano, e di don Peppino Esposito, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso

 

Don Nicola Barbato

“È stato bello notare una presenza giovanile superiore rispetto alla I Edizione, come del resto va rivolto un plauso alle tante scuole coinvolte nel progetto, che hanno fornito un contributo sostanziale con lavori e cartelloni deliziosi. Credo che questo secondo appuntamento con la Festa dei Popoli abbia goduto di maggiore visibilità e risonanza: probabilmente, è stato giusto e proficuo non puntare su un’unica manifestazione finale, ma sviscerare diversi punti di dibattito nei vari seminari organizzati in settimana in luoghi diversi del nostro territorio.”

 

Don Peppino Esposito

“La diocesi sta dimostrando quanta voglia ha di essere presente sul territorio con esempi tangibili sul piano umano e spirituale. Come chiesa abbiamo un grande obbligo morale e cristiano: continuare a dialogare con l’uomo avendo il Vangelo tra le mani, non lasciare che le persone si sentano sole o abbandonate a se stesse, che si tratti di immigrati o di cittadini italiani. Come Gesù, la nostra vita evangelica deve essere segnata da servizio e condivisione: se saremo in grado di perseguire questo intento, allora riusciremo a veicolare la parola di Dio.”

 

 

 

 

 

nella foto, da sinistra:
don P. Esposito, Mons. Spinillo, don N. Barbato,
don Carlo Villano, respons. Ufficio Comunicazioni
Sociali della Diocesi.