5 dicembre 2023, XXV Anniversario della morte di Mons. Giovanni Gazza

XXV ANNIVERSARIO  DELLA MORTE DI Mons. GIOVANNI GAZZA

Vescovo di Aversa dal 1980 al 1993

Il 5 dicembre 2023 è ricorso il venticinquesimo anniversario  della morte di Mons. Giovanni Gazza.

Il nome di Mons. Giovanni Gazza passa alla storia quasi millenaria di Aversa, tra i pastori illustri della nostra gloriosa diocesi. La Chiesa di Aversa che l’ha accolto come Suo Pastore nel 1980 dopo le ferite del terremoto, l’ha sperimentato come Maestro esemplare di fede e di carità, di fraternità e di cultura per tredici anni, lo ricorda con gratitudine  e venerazione nel venticinquesimo anniversario del suo transito al cielo.

Egli amò la Chiesa ed il popolo  di Aversa e gli dedicò ogni attenzione, risorsa ed energia. Il vescovo Gio­vanni Gazza per tredici anni, dal 1980 al 1993, ha servito la nostra Chiesa aversana con un cuore largo come le immense distese della sua Amazzonia, una fede profonda ancorata alla formazione saveriana ed una carità operosa autentica e discreta verso tutti: i sacerdoti, i laici, i religiosi e soprattutto i poveri.

Il giovane missionario

Giovanni Gazza nasce a Parma il 19 luglio 1924, da Luigi e Gemma Alessandrini, entrò a quindici anni, orfano del padre,  nell’Istituto dei  Missionari Saveriani di Parma.

Ricevette l’ordinazione  sacerdotale  il 29 giugno 1949 nella sua città natale . Studiò all’Università Cattolica del Sacro Cuore e fu per qualche anno amministratore dell’Ufficio Stampe dei  Saveriani.

Partì per il Brasile nel 1957 a trentatrè  anni, affidando la madre vedova alle cure dei confratelli e alle sorelle saveriane “Missionarie di Maria”.   Dal 1957 al 1959 è direttore del centro Saveriano di Azione Missionaria a San Paulo. Dal 1959 al 1962 Rettore a Jaguapità della prima Scuola Apostolica Saveriana nello Stato del Paranà del Brasile.

Il 12 novembre 1962 dal Santo Padre Giovanni XXIII fu nominato vescovo titolare di Circesio e primo  vescovo della Prelatura di Abaetè do Tocantins, attualmente Diocesi di Abaetetuba, nel nord Brasile o Amazzonia. Aveva 38 anni! Ricevette l’ordinazione episcopale nel Santuario brasiliano dell’Aparecida il giorno dell’Immacolata.

Un vero Padre Conciliare: il giovane  vescovo Gazza a nome di ben 130 vescovi del continente sudamericano  preparò un intervento che presentò nel Concilio Vaticano II il 13 ottobre 1965; le sue osservazioni furono recepite nella nota di precisazione n.15 del documento conciliare sull’attività missionaria della Chiesa  Ad Gentes.

Il 3 settembre 1966, dopo nove anni di Brasile, fu eletto Superiore Generale dei Missionari Saveriani che guidò per undici anni, in un tempo difficile che vide gli anni turbinosi del ’68, tempo critico di contestazioni e di intensa attività di rinnovamento postconciliare.

Il Vescovo di Aversa

Mons. Giovanni Gazza iniziò il ministero episcopale ad  Aversa il 21 dicembre 1980 dopo esserne stato nominato vescovo il 24 novembre, il giorno dopo il grande terremoto dell’Italia Meridionale che colpì parecchi comuni della Campania, tra cui Aversa che, oltre i danni ai sacri edifici , subì anche grave perdite di vite umane, tra cui una veneranda figura di sacerdote don Pasquale Ciani, il Parroco dei Santi Filippo e Giacomo, sede estiva della venerata Icona della Madonna di Casaluce, patrona della città e diocesi.

Nell’omelia della Messa per il solenne ingresso in Aversa – celebrata nella chiesa monastica delle Benedettine di S. Biagio, che sostituiva la Cattedrale resa inagibile dal  sisma – il novello  Pastore si presentò “come amico e fratello di tutti e di ciascuno; con voi sono cristiano, per voi sono vescovo, ripeterò con la nota ed incisiva espressione di S. Agostino”.

Questo motto programmatico agostiniano fu l’orientamento di tutto il suo servizio pastorale ad Aversa: riconoscendo nel Popolo di Dio che è in Aversa, anche se in un territorio complesso come Terra di Lavoro, una Chiesa particolare ricca di fede e di  storia plurisecolare, con un enorme patrimonio  di risorse umane e spirituali, con un clero numeroso, colto e zelante,  religiosi e laici fortemente impegnati nella vita pastorale.

Mons. Gazza partiva da una convinzione realistica che “la Diocesi di Aversa, con la sua enorme densità demografica, ancora in crescita, geograficamente  posta alla periferia della grande Metropoli partenopea, si trova a confrontarsi con le provocazioni di tanti impellenti ed urgenti problemi , acutizzati anche dall’emergenza del dopo-terremoto” (Omelia del Vescovo, in Bollettino diocesano di Aversa, Numero speciale per il XXV di ordinazione episcopale di S.E.Rev.ma Mons. Giovanni Gazza, 1988, p.23).

Da questa costatazione socio-geografica derivava la sua linea d’azione pastorale, fatta di impegni calibrati secondo le possibilità comunitarie, con  piani pastorali  operativi sostenibili, senza megaprogetti ecclesiali faraonici. La predicazione del vescovo Gazza si distingueva per la semplicità della parola e dello stile comunicativo, trasmettendo l’essenzialità dei contenuti delle fede, partendo dai rudimenti della dottrina cristiana.

Come riferisce il padre Francesco Cavallo – attualmente vivente con 103 anni – confratello che ha accompagnato Mons. Gazza nei tredici anni del suo episcopato aversano:

“In una diocesi come quella di Aversa, in cui si avvertivano due fenomeni in forte contrasto, ossia la sincera e profonda religiosità della gente e la malavita organizzata e ramificata, i contenuti della predicazione di Mons. Gazza dovevano necessariamente richiamarsi ai dieci comandamenti, ai precetti della Chiesa, ai doveri principali del cristiano (la preghiera, l’amore a Dio e al prossimo, la giustizia, la devozione mariana)”. (in Profili Biografici Saveriani 15/98, Roma 1999, p.25).

Mons. Gazza fu un vescovo di grande umanità, con uno stile tipicamente evangelico, con linguaggio semplice ma profondo. Per  Mons. Nicola Comparone, suo vicario generale dal 1980 al 1990 e successivamente vescovo di Alife-Caiazzo, il vescovo Gazza “ha intuito vivo, una volontà ferma, un linguaggio semplice e convincente; è calmo perché sempre padrone di sé. La nobiltà di tratto ne rivela l’elevatezza d’animo, la sua amabilità ti avvince, l’umiltà grande ti sconcerta, la freschezza spirituale t’incanta, la cordialità te lo fa sentire amico” ( Indirizzo augurale per il XXV di episco­pato di S. E. Mons. G. Gazza, Aversa 10-12-1987).

Un vescovo di grande umiltà pastorale. Pastore di grande discrezione, tanto fiducioso nella Provvidenza, di grande considerazione nei sacerdoti e nei religiosi, e sempre accanto a chi soffre con la sua presenza fisica e con la preghiera.

Un’azione di governo episcopale con lo stile della carità, una carità che partiva dalla sua discrezione. Mons. Gazza possedeva questa qualità non comune: la discrezione, che si trasformava in prudenza di governo, rispetto delle persone e delle istituzioni e dialogo con tutti, servizio e amore con umiltà senza ostentazione.

La sua azione pastorale si registrava a tutti i livelli: si vedeva nelle strutture e organismi rinnovati alla luce del Concilio, e si respirava tra le persone, nel Clero e nella Comunità diocesana. Un’azione con opere di vasto respiro.

Attraverso messaggi, comunicazioni, lettere pastorali, orientamenti, cercava di coinvolgere, motivare e spronare i  presbiteri e i diaconi, collaboratori dell’ordine episcopale, ad impegnarsi per lo sviluppo e l’azione pastorale  della comunità diocesana facendosi interpellare da forti avvenimenti della vita della Chiesa .

Basta sfogliare la raccolta dei numeri bimestrali del Bollettino diocesano di Aversa (1981-1993) per vedere il risveglio, la vitalità di una Chiesa locale “in stato di missione permanente”, una comunità che lavorava senza clamore, studiava i passi da farsi e registrava il ritmo del cammino ecclesiale conciliare. Sono registrate tutte le attività formative: catechetiche, liturgiche, caritative, amministrative, i verbali dei vari consigli presbiteriali, consultori, affari economici,….

Nei tredici anni di governo pastorale del vescovo Giovanni la Chiesa particolare di Aversa è stata tutta un cantiere di lavori, davvero mirabile: opere ideate, avviate, completate e che si vanno realizzando tenacemente.

Alcune realizzazioni di Mons. Gazza:

  • -la fondazione degli organismi diocesani auspicati dal Concilio e previsti dal nuovo Codice di diritto canonico (1983) e dal nuovo Concordato tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana ( 1984); come il Collegio dei Consultori, il Consiglio per gli Affari economici, l’Istituto diocesano di Sostentamento del Clero, la Caritas diocesana.
  • l’istituzione di 12 nuove parrocchie, tra cui nella città di Aversa Teresa di Gesù Bambino e quella dell’Abbazia di S. Lorenzo Fuori le Mura;
  • conferimento del Diaconato a circa 60 candidati e  ripristino del Diaconato permanente ;
  • conferimento del Presbiterato a più di 50 diaconi;
  • conferimento dell’Episcopato a tre sacerdoti diocesani: mons. Crescenzio Sepe, attualmente  cardinale Arcivescovo emerito  di Napoli , ai compianti mons. Andrea Mugione,  Arcivescovo di Benevento e mons. Nicola Comparone, Vescovo di Alife-Caiazzo;
  • promozione della formazione spirituale e permanente del Clero, del Laicato maturo e attenzione alle vocazioni sacerdotali e per la vita religiosa;

          La Visita pastorale di Giovanni Paolo II ad Aversa (12-13 novembre 1990) ha segnato nel  ministero episcopale di Mons. Gazza una tappa fondamentale, e raggiunse il culmine con la solenne concelebrazione Eucaristica nell’ex Campo Profughi che per suggerimento dello stesso vescovo era stato trasformato in un gran parco verde e restituito alla città normanna.

Il tramonto del Vescovo

La visita del Papa fu davvero un grande evento storico-religioso per la Diocesi, per merito delle forze entusiasmanti del clero e di molti laici, e soprattutto del Vescovo. Ma per Mons. Gazza fu il canto del cigno.  Dopo la Visita le sue condizioni di salute si aggravarono, continui stati influenzali e disturbi cardiaci, e fu costretto a ridurre notevolmente i suoi impegni pasto­rali.

Il 25 maggio 1992 furono accettate le dimissioni di Mons. Gazza per motivi di salute. Mons. Nicola Comparone, Vescovo di Alife-Caiazzo, viene nominato Amministratore Apostolico “sede plena et ad nutum Sanctae Sedis” di Aver­sa. Successivamente, il 27 marzo 1993 viene nominato il successore, il vescovo Mons. Lorenzo Chiarinelli, che inizia il suo ministero episcopale ad Aversa il 29 maggio successivo.

Il 1° luglio 1993, in punta di piedi, silenziosamente,  Mons. Gazza partì da Aversa e andò presso i Saveriani a Salerno, a Parma e a Tavernerio (Como).

Il 6 dicembre 1998 , dopo varie prove e una lunga malattia, un  silenzioso calvario, vari e difficili interventi chirurgici, ospedali, cliniche, a Parma nella Casa Madre dei Saveriani intorno alle 20.50, Mons. Giovanni Gazza spirò consumato dal tumore e finito da un infarto insorto nelle prime ore dello stesso giorno. Aveva sofferto molto ma raramente si lamentava; nella casa di cura delle Piccole Figlie di Parma lasciò la soave impressione di un uomo di Dio!

Un Padre e maestro esemplare. Mons. Giovanni Gazza amante della bellezza, della musica, della natura; era un pittore dilettante; non era creatore di cose nuove, ma un diffusore del bello e del buono che incontrava nel suo cammino.

Da Vescovo di Aversa  mantenne il suo stile di discrezionalità, paziente e calmo, fiducioso nei giovani laici e chierici, rispettoso degli anziani ed aperto alle innovazioni, dimostrando grande considerazione per il suo Clero; al dire di padre Augusto Luca, suo compagno nella formazione e spesso in trasferta ad Aversa ” Non lesinava le lodi e si gloriava del suo clero, in genere molto colto e zelante, e specialmente dei suoi collaboratori più vicini”  ( in Profili Biografici Saveriani 15/98, Roma 1999, p.19).

Con un carattere mite, signorile,  buon senso, zelo apostolico, sempre umile e paternamente buono con tutti, trattava con carità e comprensione, paziente e misericordioso anche verso quelli che gli recavano offesa, con silenzioso riserbo,

Mons. Giovanni Gazza è stato un vescovo di grande spessore pastorale e di un raro equilibrio umano; di grande dignità, ammirevole nella sua pazienza, di operosità senza clamore, con la sua discrezione disarmante, ma con vera capacità di governo, un vero padre conciliare.

Un servizio pastorale, dopo anni difficili, che ha dato i suoi frutti, eliminando contrapposizioni, superando i dissidi, favorendo il dialogo; in poche parole, un’azione pastorale “nella linea conciliare della comunione della testimonianza e della missionarietà” (Giovanni Gazza, prima Omelia ad Aversa, 21.12.1980 in Bollettino diocesano di Aversa,n.1, Marigliano-Na,1981, p.56).

Siamo sicuri che l’intera Comunità diocesana saprà apprezzare e raccogliere i semi di bene, sparsi generosamente e spesso invisibilmente, a larghe mani, dal vescovo Giovanni Gazza.

La città di Aversa il 25 gennaio 2014  ha  intitolato a lui il “Piazzale Giovanni Gazza”, posto nel Parco Coppola nei pressi della caserma dei Carabinieri.

Che la sua memoria sia in benedizione!

Don Ernesto Rascato